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ACCUSATO DI ESSERE STATO IL MANDANTE DI OMICIDIO DI STAMPO CAMORRISTICO: ASSOLTO PER NON AVER COMMESSO IL FATTO

Il nostro assistito fu colpito da ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di essere Stato il mandante di un omicidio di stampo camorristico eseguito con modalità particolarmente crudeli ed efferate.

Il quadro indiziario a carico del nostro assistito era rappresentato dalle dichiarazioni di 4 collaboratori di giustizia che lo accusavano di essere stato uno dei soggetti che deliberarono l’omicidio e di essere stato presente sul luogo quando la vittima fu ammazzata.

Avverso l’ordinanza di custodia cautelare abbiamo proposto ricorso al Tribunale del Riesame ed abbiamo dimostrato, all’esito di indagini difensive da noi effettuate, che quando fu deciso ed eseguito l’omicidio il nostro assistito era detenuto in carcere e quindi non aveva potuto partecipare alla riunione in cui l’omicidio fu deliberato né aveva potuto essere presente alla esecuzione dell’omicidio stesso.

Accogliendo le nostre argomentazioni il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza in quanto le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che incolpavano il nostro assistito non risultavano attendibili avendo essi accusato un soggetto che, in quanto detenuto, non aveva potuto prendere parte all’omicidio.

Il PM dopo qualche mese, ritenendo che l’accusa fosse fondata, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato e pertanto abbiamo deciso di definire il procedimento con le forme del rito abbreviato.

All’esito della discussione il PM ha chiesto che il nostro assistito fosse condannato alla pena di anni 30 di reclusione in quanto nonostante fosse detenuto ben avrebbe potuto impartire l’ordine di effettuare l’omicidio ai killers.

Nel corso della nostra arringa difensiva abbiamo ribadito l’impossibilità per l’imputato di aver partecipato alla riunione in cui fu deciso l’omicidio stante il suo stato di detenzione in carcere ed abbiamo altresì evidenziato che non vi era in atti alcun elemento che consentisse di ritenere che egli, dal carcere, abbia dato l’ordine di eseguire l’omicidio.

Il GIP, all’esito di una lunga camera di consiglio, ha assolto l’imputato per non aver commesso il fatto

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/14/il-delitto-di-di-lauro-27-anni.html

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